Carte tematiche derivate

La Carta dei suoli costituisce un elemento fondamentale per l'elaborazione di numerose carte tematiche derivate. Queste sono state prodotte utilizzando sia l'informazione pedologica sia altri strati informativi. Le carte tematiche sono documenti che si prestano ad una diretta applicazione da parte di specialisti afferenti a varie discipline.

Capacità di acqua disponibile - AWC

L'AWC (Available Water Capacity) rappresenta l'acqua di un suolo che può essere estratta dalle radici delle piante. Corrisponde alla quantità d'acqua compresa fra la capacità di campo ed il punto di appassimento. L'informazione è fornita in classi ed è ottenuta sulla base delle frequenze dei diversi suoli nelle unità cartografiche della carta dei suoli.

Capacità di attenuazione dei suoli nei confronti dell'inquinamento da nitrati

Finalità

In attuazione alla Direttiva del Consiglio del 12 dicembre 1991 relativa alla protezione delle acque dall’inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole (91/676/CEE), sono stati emanati il Decreto legislativo n. 152/99 e successivi che indicano i criteri per l’individuazione delle zone vulnerabili da nitrati di origine agricola. La capacità protettiva del suolo costituisce, assieme alle condizioni climatiche, alle caratteristiche idrogeologiche e ai carichi di fertilizzanti, l’elemento indispensabile per la valutazione della vulnerabilità del territorio regionale.

Criteri metodologici

Sulla base delle esperienze sino a qui maturate è stato proposto ed utilizzato un sistema parametrico a punteggi, scegliendo le qualità che maggiormente condizionano i flussi idrici nel suolo: riserva idrica utile (AWC), capacità di scambio cationico (CSC), profondità utile alle radici, permeabilità, fisiografia.

L’AWC esprime la quantità d’acqua che le piante possono estrarre dal suolo. E' stata stimata sugli orizzonti tramite una pedofunzione che considera il contenuto di sabbia, di argilla e di carbonio organico, corretta per lo scheletro e riportata a volume in base alla densità apparente. I valori così ottenuti sono stati ponderati sul primo metro di suolo.

La CSC esprime la capacità del terreno di adsorbire i cationi metallici, riducendo in tal modo la loro lisciviazione. Il potere adsorbente del suolo è strettamente legato al contenuto ed al tipo di argilla e sostanza organica. La CSC, misurata sugli orizzonti, è stata ponderata sul primo metro di suolo tenendo conto dello spessore degli orizzonti stessi e del loro contenuto in scheletro.

La profondità utile alle radici è espressa in funzione della limitazione all’approfondimento radicale dovuta al contatto lithico o alla granulometria grossolana.

La permeabilità è stata valutata sullo strato meno permeabile di spessore non inferiore a 30 cm ed è stata definita sulla base della famiglia granulometrica, della tessitura e della struttura degli orizzonti presi in considerazione.

La fisiografia esprime l’assetto geomorfologico del territorio. Sono state differenziate le diverse forme dell’area in esame. Nei rilievi a flysch sono stati distinti i versanti, i loro colluvia, i fondovalle e le depressioni; l’alta pianura antica si differenzia per la piana modale, i terrazzi antichi, le aree di transizione verso i sedimenti più recenti; nella pianura olocenica sono stati individuati l’asta fluviale, i terrazzi attuali e recenti, i paleoalvei, i dossi fluviali e le aree di spaglio; in ambito costiero oltre all’asta sono state riconosciute le aree bonificate a diversa quota, i dossi e i cordoni dunosi; nell’ambiente carsico sono stati riconosciuti i versanti, gli altopiani, le doline e le aree umide.

Ad ognuna delle qualità, sopra descritte, è stato attribuito un punteggio sulla base di cinque classi di capacità di attenuazione: molto alta = 4, alta = 3, moderata = 2, bassa = 1, molto bassa = 0.

Nella tabella sottostante sono stati riportati i criteri per l’attribuzione dei punteggi di capacità di attenuazione del suolo.

 

Capacità di attenuazione

AWC (mm)

CSC (meq/100g)  Profondità utile (cm)  Permeabilità (mm/h)  Fisiografia 
MOLTO ALTA >200 >20 >150 <5 Versante su flysch, porzione prossimale dei conoidi, rilievo, cono di detrito, terrazzo stabile
ALTA 150-200 15-20 100-150 5-20 Dosso fluviale, piana modale, terrazzo antico, versante su roccia carsica
MODERATA 100-150 10-15 50-100 20-60 Altopiano su roccia carsica, dosso costiero, area di spaglio, fascia delle risorgive, terrazzo recente, paleoalveo
BASSA 50-100 5-10 25-50 60-125  Area bonificata, depressione, terrazzo attuale
MOLTO BASSA <50 <5 <25 >125 Area bonificata depressa, asta fluviale, area umida, fondovalle, dolina

Tramite l’assegnazione dei punteggi per le quattro qualità dei suoli è stato ottenuto un punteggio di capacità di attenuazione per ciascuna tipologia di suolo. Infine, sulla base delle frequenze dei suoli presenti e delle condizioni fisiografiche, è stato attribuito un punteggio totale di capacità di attenuazione ad ogni unità cartografica della Carta dei suoli.

Rischio di compattamento del suolo

La compattazione può essere definita come la compressione delle particelle del suolo in un volume minore a seguito della diminuzione degli spazi esistenti tra le particelle stesse. Di norma si accompagna a cambiamenti significativi nelle proprietà strutturali e nel comportamento del suolo, nonché del suo regime termico ed idrico, nell’equilibrio e nelle caratteristiche delle fasi liquide e gassose che lo compongono.

La valutazione del rischio di compattazione dei suoli è stata effettuata tramite un metodo parametrico a punteggi e con peso equivalente per ogni parametro considerato. Per l’attribuzione dei punteggi sono state prese in considerazione le seguenti qualità dei suoli: granulometria, riserva idrica, e drenaggio interno. La scelta di queste qualità deriva dalla opinione che siano quelle che maggiormente condizionano il compattamento del suolo.

Vocazione viticola

Finalità
Le motivazioni alla base degli studi di zonazione viticola traggono origine dalla convinzione che il costante e progressivo miglioramento nella qualità delle produzioni viticole sia un obiettivo irrinunciabile; un’azione efficace in questa direzione si può ottenere solamente conoscendo compiutamente i fattori che, in un determinato ambiente, possono modificare le potenzialità e le risposte del vigneto.

In particolare, la piena comprensione dell’interazione tra vitigno ed ambiente che, unita ai fattori socio-economici, costituisce il fondamento dell’idea stessa di Denominazione di Origine, può derivare solamente da un’accurata conoscenza dei vari elementi propri del territorio che concorrono a farne un unicum.

La scelta delle varietà, delle strategie agronomiche e delle tecniche colturali più opportune, basata su una solida e articolata conoscenza del territorio, può indurre, quindi, un significativo miglioramento qualitativo dei prodotti, interesse tanto dei produttori quanto dei consumatori, ed una maggiore efficienza dal punto di vista economico e dell’impatto ambientale.

Uno studio di vocazione viticola si muove, pertanto, nella direzione dell’acquisizione ed integrazione delle conoscenze dei fattori ambientali attraverso uno studio interdisciplinare; il risultato costituisce per il viticoltore uno strumento da utilizzare nelle scelte gestionali del vigneto e dell’azienda allo scopo di far esprimere al vitigno le proprie potenzialità, per la Pubblica Amministrazione un valido supporto nelle scelte di pianificazione territoriale.

 

Zonazione viticola "Friuli Grave" - Provincia di Pordenone

Zonazione viticola "Friuli Grave " - Provincia di Udine

Zonazione viticola "Friuli Isonzo"

Zonazione viticola "Collio"

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VOCAZIONE ALLA COLTIVAZIONE DELL'OLIVO

L'attitudine di un territorio ad ospitare la coltura dell'olivo è funzione di quegli elementi che, all’interno di uno specifico contesto territoriale, influenzano l’interazione tra olivo ed ambiente contribuendo a modificare le potenzialità e le risposte produttive di un oliveto. Fattori quali geomorfologia, suolo e clima influenzano, infatti, fortemente la qualità del prodotto, determinano la valenza del risultato economico e paesaggistico e le potenzialità di valorizzazione turistica del territorio. Disporre di una "Carta della vocazione olivicola" fornisce quindi le indicazioni su quali siano le aree con caratteristiche pedologiche ed ambientali tali da permettere una produzione redditizia dell’olivo oltre che un suo sviluppo ottimale.
La metodologia utilizzata per determinare la vocazione olivicola del territorio si basa su uno schema di valutazione che prende in considerazione le caratteristiche dei terreni, i caratteri morfologico/stazionali e le caratteristiche climatiche della zona. I parametri individuati per ciascuna delle variabili su indicate fanno riferimento alle condizioni minime che la pianta di olivo richiede per sopravvivere e produrre. Queste ultime sono: terreni sufficientemente permeabili, condizione necessaria per evitare i ristagni idrici prolungati; pendenza non eccessiva dei versanti collinari, tale pertanto da agevolare operazioni colturali quali i trattamenti, le potature e la raccolta; temperature nel periodo invernale che non devono scendere per tempi prolungati al di sotto dei -10/-12 °C; sbalzi di temperatura non repentini, anche perché spesso accompagnati da forti venti di Bora e Tramontana.
Le caratteristiche dei terreni considerate sono: pietrosità superficiale, profondità utile per le radici, riserva idrica utile (AWC Available Water Capacity), drenaggio del suolo.
I caratteri morfologici e stazionali considerati sono: quota altimetrica, esposizione, pendenza, profondità della falda acquifera.
Le caratteristiche climatiche sono le condizioni di piovosità e temperatura cui una determinata zona è soggetta nei vari periodi dell’anno; in particolare la temperatura, strettamente legata all’altitudine ed all’esposizione dei versanti, risulta essere l’elemento più vincolante, soprattutto per quanto riguarda i valori minimi invernali che rappresentano il fattore più limitante per lo sviluppo e la produzione della pianta.
Ad ognuno dei caratteri sopra descritti viene attribuita la corrispondente “classe di attitudine” o “classe di vocazionalità”: classe S1 = aree molto adatte alla coltivazione dell’olivo; classe S2 = aree adatte alla coltivazione dell’olivo; classe S3 = aree scarsamente adatte alla coltivazione dell’olivo; classe N = aree non adatte alla coltivazione dell’olivo.