Il Friuli Venezia Giulia è senza dubbio una delle realtà enogastronomiche più belle e importanti d’Italia.
Una ricchezza quasi senza fine di grandissimi vini e vitigni, come Friulano, Ribolla, Malvasia, Pinot Grigio, Pinot Bianco, Chardonnay, Sauvignon, Schioppettino, Refosco dal peduncolo rosso, Terrano, Tazzelenghe, Picolit, Verduzzo e tanto altro ancora, ma anche di prodotti gastronomici invidiati da tutto il mondo tra cui il formaggio Montasio, il prosciutto di San Daniele, la trota friulana, la brovada…
La vitivinicoltura del Friuli Venezia Giulia rappresenta una fetta piccola, pari al 2,4% del totale nazionale, con una produzione complessiva annua di un milione di ettolitri, e un contributo alla PLV (produzione lorda vendibile) agricola regionale che si attesta intorno al 15%.
Non ci sono i numeri per competere sui mercati in quantità: il punto di forza dei prodotti vitivinicoli regionali pertanto non può che risiedere nella loro eccellenza, ed è questo il messaggio che ERSA - Agenzia regionale per lo sviluppo rurale, ente strumentale della regione in materia di agricoltura, pesca e acquicoltura, sta portando avanti attraverso una specifica campagna promozionale e di marketing condotta sia in Italia che all’estero.
La potenzialità di alcune delle più note zone viticole nazionali (come Chianti, Barolo e Franciacorta) e internazionali (tra cui Bordeaux, Champagne e Mosella) risiede proprio nel collegamento tra il territorio di origine e il prodotto. L’identificazione dei vini con il nome del territorio è oggi diventato un brand riconosciuto dal consumatore come unico e inconfondibile.
Ecco quindi uno dei perché dell’attribuzione del nome Friulano al vino ottenuto dal vitigno Tocai friulano, vista come un’occasione per la regione Friuli Venezia Giulia di collegare il prodotto al territorio d’origine creando appunto un brand unico e irriproducibile.