La sperimentazione zootecnica

Analisi del comparto ovicaprino regionale e possibili strategie di sviluppo

L’allevamento ovicaprino in Friuli Venezia Giulia, coerentemente con le dinamiche in atto nelle altre regioni dell’arco alpino, ha conosciuto, negli ultimi decenni del 1900, un progressivo abbandono. Solo recentemente si è registrato un rinnovato interesse in relazione alla necessità di utilizzo delle risorse naturali delle fasce montane e pedemontane.
Il settore in Regione si caratterizza per un la presenza di un discreto numero di allevamenti di piccole e medie dimensioni sparsi nel territorio regionale, principalmente in area montana, con una produzione concentrata in certi periodi dell’anno. A questi allevamenti si aggiungono alcuni greggi transumanti di ovini che si contraddistinguono per l’elevato numero di animali allevati per la produzione di carne.
L’attuale organizzazione produttiva rende discontinua la presenza sul mercato dei prodotti ovicaprini impedendo l’accesso ai moderni canali di commercializzazione a fronte di un livello di interesse dei consumatori piuttosto buono.
Da qui la necessità di incrementare la base produttiva dell’allevamento ovino e caprino in regione attraverso una razionalizzazione degli interventi e la proposta di un progetto di territorio.


Le principali attività previste sono:
• analisi strutturale dell’allevamento ovino e caprino;
• individuazione di reti territoriali di aziende vitali in cui mettere a punto interventi di sviluppo e trasferimento tecnologico;
• redazione di un progetto territoriale.
Altri enti coinvolti
Dipartimento di Scienze Animali (DIAN) dell’Università degli Studi di Udine

Recupero della razza Pezzata Rossa Friulana

La Pezzata Rossa Friulana (PRF) è la risultante dell’opera di miglioramento genetico esercitato a partire dalla seconda metà del 1800 sulla popolazione bovina presente nella pianura friulana, a mantello fromentino. L’antica razza locale, a triplice attitudine con prevalenza della funzione dinamica, si distingueva per la notevole rusticità e per il forte sviluppo scheletrico.
Per sopperire ai limiti morfologici e funzionali della razza nostrana, alla fine dell’800, furono importati dapprima tori lodigiani e meranesi, poi friburghesi per esaltarne l'attitudine al lavoro e la produzione di carne, e infine tori del Simmenthal per favorirne la produzione di latte e carne.
Successivamente, verso la metà del secolo scorso, vennero importati capi di vari ceppi europei di bestiame pezzato rosso, soprattutto bavarese e austriaco, che influenzarono positivamente la produttività della PRF.
Nel corso degli anni seguenti, l’allevamento della PRF si aprì al resto dell’Italia tanto che nel 1986, per effetto di un decreto presidenziale, il nome della razza venne modificato in Pezzata Rossa Italiana (PRI).
L’opera successiva di selezione, in seguito alla crisi del mercato della carne bovina, vide l’utilizzo di riproduttori del ceppo pezzato rosso francese Montbèliarde, allo scopo di elevare l’attitudine lattifera della razza.
Il continuo ricorso all’incrocio con popolazioni diverse, piuttosto che alla selezione locale, porta a considerare l’attuale Pezzata Rossa Italiana allevata in regione una razza cosmopolita.

L’ERSA, in collaborazione con gli altri Enti, ha avviato un progetto di recupero della razza che ha previsto:
• la valutazione degli animali presenti in regione e la verifica del materiale genetico presente al Centro di Fecondazione Artificiale di Moruzzo;
• l’analisi della composizione genetica della popolazione di Pezzata Rossa Italiana utilizzando le informazioni contenute negli archivi anagrafici del Libro Genealogico Nazionale;
• l’individuazione di eventuali soggetti presenti ancora in popolazione con una quota “significativa” di sangue PRF;
• lo studio delle parentele tra i soggetti di interesse ai fini dell’impostazione di un appropriato piano di accoppiamento;
• la definizione di un appropriato schema di recupero;
• il coinvolgimento di allevatori, attraverso la “rete di allevatori di custodi delle razze storiche del FVG”, per il mantenimento della razza.
• Altri enti coinvolti


Dipartimento di Scienze Animali (DIAN) dell’Università degli Studi di Udine
Associazione Nazionale Pezzata Rossa Italiana (ANAPRI)
Associazione Allevatori del Friuli Venezia Giulia (AAFVG)
Prove sperimentali sulle consociazioni

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Dall'annata 2007-2008 vengono effettuate delle sperimentazioni sui cereali e sulle leguminose in coltura consociata.
L'obiettivo della sperimentazione è di analizzare gli aspetti agronomici, nutrizionali ed economici di queste colture con lo scopo di fornire un supporto alle aziende zootecniche regionali, permettendo un migliore livello di autosufficienza alimentare.
Le prove sono state condotte a Fiume Veneto nell'Azienda Sperimentale "F. Ricchieri".
Periodicamente su questo sito saranno disponibili le indicazioni colturali e i risultati delle sperimentazioni.
Per informazioni:


dott. Emanuele Bianco
Servizio ricerca e sperimentazione
Via Sabbatini, 5
Pozzuolo del Friuli
Tel: 0432 529261
Fax: 0432 529202
e-mail: emanuele.bianco@ersa.fvg.it


dott. Domenico Davanzo
Servizio ricerca e sperimentazione
Viale Martelli, 51
Pordenone
Tel: 0434 506707
Fax: 0434 506717
e-mail: domenico.davanzo@ersa.fvg.it


dott. Emilio Simonetti
Servizio divulgazione, assistenza tecnica e promozione
Via Carso, 3
Cervignano del Friuli
Tel: 0431 386714
Fax: 0431 386729
e-mail: emilio.simonetti@ersa.fvg.it
Imm_17: Colture consociate alla raccolta
Imm_01: L'azienda Ricchieri di Fiume Veneto
Imm_02: Tracciatura dei campi sperimentali
Imm_13: Campi sperimentali nel mese di maggio
Imm_14: Pisello proteico in fioritura
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