Il ramolaccio o rafano (Raphanus sativus) appartiene alla famiglia delle crucifere. Ha caratteristiche simili al ravanello dal quale se ne differenzia per le maggiori dimensioni della radice ed il sapore più intenso e piccante.
La parte edule è rappresentata dalla radice che si consuma cruda o cotta.
Viene coltivato preferibilmente in successione a colture da rinnovo potendo sfruttare la fertilità residua del terreno. L’epoca di semina varia in relazione alla lunghezza del ciclo colturale.
Le cultivar precoci si seminano fra aprile e giugno e completano il ciclo in 50 giorni.
Quelle tardive si seminano fra fine luglio ed inizio settembre e chiudono il ciclo dopo 100-120 giorni.
La semina si esegue su file distanti 30 cm mentre sulla fila le piante sono spaziate di circa 20 cm. La produzione può raggiungere le 40 t/ha.
Le cultivar più apprezzate ed utilizzate sono:
Trattandosi di ortaggio che viene commercializzato e consumato allo stato fresco non sono necessari particolari mezzi se non semplici attrezzi da taglio per eseguire la toelettatura della pianta.
Quanto ai locali non sono richieste particolari dotazioni tranne la possibilità di poter disporre di acqua corrente al fine di alimentare le vasche di lavaggio del prodotto.
Una segnalazione viene fatta da G.A. Pirona, E. Carletti e G.B. Corgnali nell’edizione del 1934 del “Vocabolario Friulano”.