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Miele di Tiglio del Carso

descrizione

Il miele di tiglio del Carso deriva dal nettare di Tilia platyphyllos Scop. (tiglio nostrano), albero che cresce in tutta l’area carsica nella sua varieta’ spontanea, mentre in ambito urbano e suburbano e’ rappresentato da piante coltivate a scopo ornamentale.

Dal punto di vista melissopalinologico il miele di tiglio del Carso e’ caratterizzato dalla presenza di uno spettro pollinico con elementi comuni ad altri mieli del carso: oltre che dal polline di tilia platyphyllos scop.(tra il 16% ed il 45%), troviamo presenti anche pollini di rhamnaceae, cotinus coggygria, aesculus, trifolium repens gr., robinia pseudoacacia, con una presenza costante di plantago, parthenocissus ed ailanthus.

Per l’alto contenuto in glucosio cristallizza con una certa facilità,cambiando forma fisica e dando origine a cristalli grossi ed irregolari.

 

Caratteristiche organolettiche:

Esame visivo – quando si trova allo stato liquido, il colore e’ ambrato chiaro con riflessi giallo-verdi nei mieli piu’ puri; quando si trova allo stato solido assume colorazione da beige ad avorio perdendo anche la sua iniziale trasparenza.

Esame olfattivo – l’odore e’ di media intensità e ben caratterizzato: fresco di menta, balsamico; ricorda il profumo della tisana di tiglio.

Esame gustativo – dolce nella norma, leggermente acidulo e lievemente amarognolo si caratterizza per il gusto molto fresco di mentolo e di erbe officinali.

L’aroma e’ molto persistente con retrogusto determinato dalla flora di accompagnamento, principalmente per la presenza di piccole quantità di ailanto.

 

Caratteristiche chimico-fisiche:

  • acqua: 17%;
  • ph: 4,
  • zuccheri presenti: fruttosio, glucosio, saccarosio, maltosio, isomaltosio.

 

Per gli altri parametri il miele di tiglio presenta un comportamento di tipo medio, comune ad altri mieli del Carso.

Il miele di tiglio del Carso viene venduto confezionato in vasetti di vetro con tappo di latta a vite da 250  e  500 gr.

categoria
PAT
territorio
Si produce esclusivamente nell’area del Carso triestino e isontino.

metodo di lavorazione, conservazione e stagionatura

Le famiglie di api vengono allevate in arnie tradizionali di legno.

In vista della raccolta i melari vengono posizionati nelle arnie, dopo averli liberati da ogni traccia di altri tipi di miele. Il periodo della raccolta si protrae per circa 10-15 giorni a partire dall’inizio di giugno e comunque dopo la fioritura dell’acacia.

Per la raccolta del nettare non viene assolutamente praticata la transumanza. Dopo la fine della fioritura, quando i favi sono stati opercolati i melari vengono prelevati dagli alveari e trasportati nel laboratorio dove, nella sala di smielatura, si procede alla disopercolatura dei favi ed alla smielatura tramite centrifugazione. Il miele viene quindi filtrato, posto in maturatori di acciaio inox e lasciato decantare per almeno due settimane. La schiuma e le impurità che affiorano vengono eliminate. Si procede quindi all’invasettamento ed applicazione dell’etichettatura come da norma.

Tutte le operazioni vengono opportunamente trascritte su apposito registro e portate a compimento nel rispetto della normativa haccp (d.lgs. 155/97) e in applicazione delle vigenti norme igienico-sanitarie previste con autorizzazioni rilasciate dalle autorità competenti.

materiali, attrezzature usate per la preparazione e condizionamento

Arnie, melari e telaini utilizzati, sono in legno.

Attrezzature necessarie sono quelle per la disopercolatura dei favi da melario e lo smielatore centrifugo. La filtrazione si effettua con filtri in acciaio inox ed i contenitori per la decantazione (maturatori) sono in acciaio inox.

I vasetti per il confezionamento sono in vetro con tappo a vite di latta.

locali di lavorazione, conservazione e stagionatura

La sala di smielatura e’ allestita in locali attrezzati allo scopo e forniti di autorizzazioni igienico-sanitarie rilasciate dalle competenti autorità locali.

Il confezionamento del prodotto si effettua in vasetti di vetro con tappo a vite che vengono immediatamente etichettati.

La conservazione del prodotto confezionato si effettua in appositi locali freschi ed asciutti.

prove che il prodotto esiste da almeno 25 anni

Il tiglio e’ da sempre presente nell’altopiano carsico come varietà spontanea rappresentando perciò il simbolo delle popolazioni locali e da sempre dal suo nettare viene ricavato il miele di tiglio che ha proprietà balsamiche e rilassanti.

Da un avviso di concorso del 26 ottobre 1869 si legge che “l’Eccelso I. R. Ministero di Agricoltura”, affine di promuovere ed incoraggiare la coltura delle api nel territorio di Trieste, assegnava alla Società Agraria triestina con rescritto 21 giugno 1869 n.° 2356-805 la sovvenzione dello stato di fior. 100, destinandola a premi a favore dei più zelanti ed intelligenti apicultori.

La Società Agraria in adempimento quindi al sullodato rescritto Ministeriale conferiva i premi seguenti:

  1. un premio di f. 25 per un alveare di 6 arnie a favi mobili.
  2. un premio di f. 25 per un alveare di 20 arnie.
  3. due premi da f. 15 cadauno per un alveare di 12 arnie.
  4. due altri premi di f. 10 l’uno per un alveare di 6 arnie.

Coloro che intendono concorrere a questi premi vorranno produrre le loro insinuazioni a voce od in iscritto alla Presidenza della Società Agraria (al primo piano dell’edifizio di borsa, via Canalpiccolo) onde la Commissione a ciò delegata, possa prendere ispezione locale del buon stato degli alveari da premiarsi.”

Miele di Tiglio del Carso