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FRIULANO DOC

descrizione

Scrisse Bruno Pizzul: “Se il Tocai vale come vino, continuerà a valere anche come Friulano, bisogna farsene una ragione e andare avanti”. Così
si è fatto. Una querelle burocratica europea lo condannò a morte: fu così che il Tocai friulano, dopo lunga vita, morì il 31 marzo 2007. Per risorgere
il primo di aprile del 2007 con il nome di Friulano. Aveva dovuto cambiare nome per un caso di omonimia con il Tokay ungherese, dal quale
differisce sia per il tipo di vino (il friulano è secco, l’altro dolce), sia per le uve che lo compongono. Si veste con un profumo da gran signore,
floreale, maschile e dalle tonalità verdeggianti. Al gusto è pieno e di forte personalità per quel suo ricordo finale di mandorla. È il bianco più
amato dai friulani, lo è ancora di più oggi, con il nuovo nome.

Vino d’aperitivo per definizione. Sul San Daniele è matrimonio d’amore, come sulle tradizionali uova e asparagi e le frittate di erbe in genere. Minestre e risotti con erbe, ma anche risotto di scampi e fasolari, frittelle di patate al Montasio, radicchio di Gorizia con la pancetta di Cormons e gamberoni. Va gustato tra gli 8 e 10 °C scegliendo il bicchiere di sinistra se si tratta di un Friulano giovane.

Se il Friulano è affinato in legno, chiederà di cambiare calice e va versato in quello un po’ più ampio e aperto.

categoria
DOC
territorio

friulano