VALDAIER - ZERMULA - PIZZUL - RAMAZ - LODIN ALTA - MELEDIS BASSA
Salendo lungo la valle dopo un acquazzone o al termine di un periodo piovoso prolungato, non si contano le cascate d’acqua che precipitano dai salti dei ripidi versanti. Alcune sono davvero incantevoli per imponenza e per il loro dislivello, particolarmente suggestiva la Cascata di Salino.
L’orografia di questo territorio è inciso da profonde forre, quella più importante è la “Stua di Ramaç” cui è legata la cultura del trasporto autunnale del legname ricavato dal bosco, attraverso la fluitazione.
Salendo fino alle quote dei pascoli e a ridosso del confine austriaco, morbidi pianori erbosi e possenti massicci calcarei si alternano in affascinanti paesaggi. Nei vari sentieri che collegano le malghe di Paularo, è possibile osservare i cespugli di mirtillo nero (Vaccinium myrtillus L.) e le magnifiche fioriture di rododendri (Rhododendron spp).
Nelle vicinanze si trova Treppo carnico, località molto sensibile alla cultura, infatti, ospita la Galleria d'Arte Moderna “Enrico De Cillia”. Sorta nel 1975 con la donazione di 50 tele ad olio dei più noti artisti del Friuli Venezia Giulia, da parte del pittore e collezionista Enrico De Cillia, produzioni. In seguito, nuove opere hanno arricchito la raccolta. Vi sono esposte in particolare opere di Giuseppe Zigaina, Toffolo Anzilquali, Giorgio Celiberti, Fred Pittino, Umberto Martina, Mario Sironi, Marino Marini, Aligi Sassu. Inoltre ci sono sculture di Luciano Del Zotto, Benito Asquini ed un bassorilievo di Dino Basaldella. Spesso nella galleria vengono ospitate anche mostre temporanee d’arte o di fotografia.
La Val Chiarsò offre suggestivi punti di interesse, come la cascata in località Chiaulis e Salino e la Forra di Las Callas sul torrente Chiarsò.
A Paularo, sono famosi il Palazzo Valesio-Calice (1591), il Palazzo Calice-Screm (del XVI sec., prototipo della casa carnica), il Palazzo Fabiani-Linussio (XVII sec., dimora di Linussio, dove fu ospitato Goisuè Carducci), il Palazzo della Canonica (1674), la casa Tarussio (Côrt di Tarùsc) (XVII sec., tipica di abitazione autoctona con opere lignee di Sbrizzai ed altri intagliatori), il Palazzo Morocutti (1631) e la Mozartina, un piccolo museo musicale con una raffinata raccolta di antichi strumenti;
Numerosi sono gli edifici religiosi:
la Chiesa parrocchiale dei santi patroni Vito, Modesto e Crescenzia (1750), affrescata con un capolavoro assoluto del pittore Antonio Schiavi e con un magnifico Crocifisso, il battistero del XVI secolo e l'organo del 1764;
la Chiesa di Santa Maria Maggiore (1300) con un meraviglioso altare ligneo del 1522;
la Chiesa di San Giovanni Battista (1400);
la Chiesa di Santa Caterina d'Alessandria martire (1400) con un antico campanile medioevale e un altare del 1600;
la Chiesa sconsacrata di Sant'Antonio (1674);
il Santuario di Maria SS. Ausiliatrice del Monte Castoia (1870) con affreschi di Giacomo Monai di Nimis e la leggendaria pietra con impressa l'immagine della Madonna con il Bambino Gesù.
In Piazza Julia si trova il capolavoro monumentale realizzato da Giobatta Segalla in memoria di tutti i Caduti e dispersi, militari e civili di Paularo, nei conflitti bellici avvenuti nel 1911/1912 - 1935/1936 - 1940/1945.
A Misincinis sono stati da poco ritrovati dei resti di una necropoli celtica.
Se si scende nella Valcanale, a Pontebba si può visitare il municipio, con la bellissima facciata, gli affreschi interni e la lapide funeraria romana di "Severilla" e la chiesa parrochiale con un prezioso altare ligneo "Flügelaltar" del 1517. Altri edifici con particolare significato storico sono: Casa Micossi (sec. XVIII), Casa di Gaspero Rizzi (sec. XVII), Casa Brunetti Bonfioli de' Cavalcabò (sec. XIX), Casa Schiavi (sec. XIX) e Casa Micossi Nassimbeni (sec. XIX). Sul torrente Pontebbana, nel centro abitato, si trova un ponte storicamente famoso come antico limite tra Pontafel (Austria) e Pontebba (Repubblica veneta), fino alla Grande Guerra. In seguito il confine è stato spostato a Coccau. L'attuale struttura è stata riedificata negli anni ‘50, dopo il crollo della precedente costruzione. In Piazza Garibaldi, si trova una scultura del 1969 di Max Piccini, dedicata al centenario della nascita del compositore di “Stelutis alpinis”, Arturo Zardini.