Le specie esotiche (aliene) invasive di rilevanza unionale sono quelle specie i cui effetti negativi sono talmente rilevanti da richiedere un intervento coordinato e uniforme a livello di Unione Europea. Riprendiamo questa definizione dal regolamento UE 1143/2014, dove le "specie esotiche invasive", possono essere definite anche con il termine di "aliene".
Le specie aliene invasive (IAS) sono la seconda causa, dopo la frammentazione degli habitat, della perdita di biodiversità e dei servizi ecosistemici a essa correlati. Assieme ad altre cause quali la deforestazione, il cambiamento climatico, l’inquinamento dei suoli e dell’acqua, determinano su scala globale quella che potrebbe essere una delle più grandi e rapide catastrofi della biodiversità paragonabile alle cinque grandi estinzioni di massa avvenute nel passato geologico.
Che cos’è la biodiversità?
La convenzione ONU sulla biodiversità (CBD), delineata nel corso del Summit della Terra del 1992 a Rio de Janeiro, definisce la biodiversità come “varietà e variabilità degli organismi viventi e dei sistemi ecologici (sottosuolo, aria, mare e terra) in cui essi vivono”.
La biodiversità rappresenta la varietà incredibile di organismi, dagli esseri microscopici alle piante, agli animali ed ecosistemi tutti legati l’uno all’altro e tutti indispensabili. E’ particolarmente importante capire quale sia l’effetto delle IAS sull’equilibrio tra le specie esistenti in un determinato habitat.
Anche l’uomo è parte della biodiversità e usufruisce dei servizi che ci offre.
Grazie alla biodiversità, la Natura è in grado di fornirci cibo, acqua, energia e risorse per la nostra vita quotidiana.
Tutto ciò che altera un ecosistema porta ad un impoverimento della biodiversità e ad una alterazione degli ecosistemi e, come conseguenza, a ricadute negative importanti a livello sia ambientale che socio-economico compromettendo il benessere umano.
Le specie aliene
Le specie esotiche invasive (o alloctone o aliene), definite in ambito internazionale con la sigla IAS - Invasive Alien Species, sono specie vegetali e animali introdotte dall’uomo accidentalmente o deliberatamente, al di fuori del loro areale naturale di distribuzione e, su scala globale, sono la seconda causa di perdita di biodiversità e dei servizi ecosistemici ad essa correlati.
Circa il 10-15% delle specie aliene, introdotte in un ambiente nuovo a loro favorevole, privo di predatori o parassiti, riescono a proliferare indisturbate in modo incontrollato dando vita a delle vere e proprie invasioni biologiche che possono alterare gli equilibri ecologici di interi ecosistemi causando danni alla biodiversità, al paesaggio, alle colture, ai sistemi produttivi e anche alla salute umana con costi elevati, stimati in circa 12 miliardi di euro/anno solo in Europa (dati 2008).
Non tutte le specie esotiche sono invasive, lo diventano solo quelle che sono in grado di riprodursi e diffondersi con estrema facilità, adattandosi perfettamente all’ambiente causando danni ecologici, economici e sanitari. Alcune specie esotiche invasive hanno effetti negativi sulla biodiversità e sugli ecosistemi talmente rilevanti da richiedere un intervento coordinato e uniforme a livello di Unione Europea. In questo caso si parla di specie invasive di rilevanza unionale.
Attualmente sono state individuate dalla Commissione europea 66 specie invasive di rilevanza unionale, elenco che potrà essere aggiornato con nuove specie unionali e anche con specie di interesse nazionale e transnazionale.
Cosa fa la COMUNITA’ EUROPEA per la prevenzione e controllo delle SPECIE ESOTICHE INVASIVE
Per rispondere alla crescente minaccia legata alle invasioni biologiche, anche al fine di adempiere agli obblighi derivanti dall’art. 8 della Convenzione sulla Diversità Biologica, la Comunità Europea si è dotata del Regolamento UE n. 1143/2014 recante disposizioni volte a prevenire e gestire l'introduzione e la diffusione delle specie esotiche invasive. Il Regolamento è entrato in vigore il 1° gennaio 2015 e prevede su scala comunitaria una serie di restrizioni, obblighi e divieti volti a proteggere la biodiversità e i servizi ecosistemici dagli impatti causati dalle specie esotiche invasive, con particolare riferimento a quelle inserite nell’elenco di specie denominate “di rilevanza unionale”.
Cosa fa la REGIONE FVG per la prevenzione e controllo delle SPECIE ESOTICHE INVASIVE
La Regione attua sul proprio territorio le norme di adeguamento al Regolamento europeo, entrate in vigore il 14 febbraio 2018 con il decreto legislativo 15 dicembre 2017, n. 230, che introduce una serie di disposizioni, al fine di integrare la normativa nazionale alle disposizioni comunitarie in materia.
In particolare la Regione, con la Delibera di Giunta n. 1257 del 07/08/2020, si è dotata di un documento strategico di medio termine che recepisce quanto previsto dal decreto legislativo n. 230/2017, in particolare per quanto riguarda i compiti attribuiti alle Regioni, ed individua le priorità di intervento (Allegato alla DGR 1257/2020).
L’ufficio di riferimento regionale, che coordina le attività istituzionali, è il Servizio Biodiversità della Direzione centrale risorse agroalimentari, forestali e ittiche.
In particolare, il Servizio Biodiversità svolge le seguenti attività:
Cosa fa ERSA – Servizio fitosanitario e chimico per la prevenzione e controllo delle SPECIE ESOTICHE INVASIVE
In questo specifico contesto ERSA – Servizio fitosanitario e chimico partecipa attivamente nelle attività di sorveglianza del territorio solo ed esclusivamente per le specie vegetali attraverso:
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